Il percorso scelto ci permetterà di leggere il territorio con un occhio attento ai cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni. Un dinamico cambiamento di confini, determinato dall'opera dell'uomo e dalla forza della Natura.
Appena dopo la partenza, attraversando un rado bosco di carpino nero, si arriva a Colletto di Posina. Un luogo che permette di apprezzare come un ripido pascolo, un tempo utilizzato dall'uomo per il suo bestiame domestico, si stia progressivamente rinselvatichendo; prima con la colonizzazione della piante pioniere e poi trasformandosi in bosco vero e proprio. Questa zona, definita "ecotono", è l'ambiente ideale per il capriolo ma, vista la pendenza e la presenza di rocce, anche per il camoscio.
Questo paesaggio, con qualche roccia e zone detritiche, accompagna l'escursionista fin quasi a Malga Ronchetta. Qui è visibile un rimboschimento di abete rosso che ha sostituito il pascolo della malga: opera dell'uomo che ha introdotto un'essenza poco adatta alla zona.
Continuando la salita si arriva al Monte Rione, un posto che permette una visione panoramica su tutta la Valle Leogra, sul massiccio del Pasubio e del Carega. È il punto più alto dell'escursione, terra di camosci e di galli forcelli, poi si scende nel pascolo di "Busa Novegno" ancora oggi usato dai bovini monticati nell'omonima malga. Non tutti sanno che su questo pascolo, nella primavera del 2012, è transitato il famoso lupo sloveno Slavc che, dopo aver attraversato il confine sloveno-austriaco e poi quello italo-austriaco, ha dato origine alla prima cucciolata del nord-est italiano, incontrandosi in Lessinia Veronese con una lupa appenninica.
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