L'attività agricola ha da sempre forgiato il territorio. Nei secoli i contadini con il loro lavoro, saggio e costante, hanno trasformato l'ambiente naturale dando forma a paesaggi rurali di grande pregio e armonia. Per il loro valore estetico, culturale, ecologico, sono diventati patrimoni collettivi da conservare e tramandare. In tante zone, a causa dell'abbandono, dell'eccessivo consumo di suolo o della meccanizzazione delle coltivazioni, sono in atto pesanti trasformazioni ambientali. In Val di Cembra, dove il sapiente lavoro dell'uomo è ben visibile - notevoli sono le opere di terrazzamento dei versanti - hanno saputo conciliare attività produttiva e mantenimento del paesaggio rurale tradizionale. Ancora oggi possiamo godere di panorami di grande valore estetico, ricchi di scorci di estrema suggestione.
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COLTIVARE CONDIVIDENDO è un Gruppo informale e totalmente auto finanziato (non si avvale di alcun finanziamento pubblico) e aperto a tutti… è un "momento di dialogo, condivisione, costruzione comune".
Sono convinti che "amare la propria terra" significa consentirle di esprimere appieno le sue tipicità e peculiarità, condividendone l’essenza. Credono in una visione a 360° che considera un tutt’uno l'ambiente, il territorio, il paesaggio e l'uomo che interagisce con essi, che ne è parte. Credono che non sia sufficiente "curare bene il proprio orto o campo" se poi si consente la devastazione del paesaggio, del territorio, della salute, la mercificazione dei beni comuni o l'insediamento di inceneritori e industrie pesanti.
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La nostra meta è il comprensorio di Sauris, non solo perché il filo conduttore che ci porta in montagna quest'anno è il CIBO in tutte le sue sfaccettature, ma anche per aver modo di apprezzare un territorio ricco di valenze ambientali
Qui, come in tante altre comunità alpine, la sopravvivenza è sempre stata garantita dall'armoniosa successione delle attività agricole, forestali e pastorali, secondo i ritmi dettati dalle stagioni. Queste attività sono state svolte sia in paese che ad altitudini superiori, sino al limite della vegetazione arborea. Una simile organizzazione ha sempre necessitato di un fitto reticolo di sentieri di collegamento tra i paesi ed i luoghi di produzione, che ora sono ripristinati e valorizzati per percorsi escursionisti e ciclistici.
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Sprea paesino sperso tra le colline della Lessinia Orientale dove il tempo sembra essersi fermato e dove l'uomo lavora e vive in armonia con la natura ,dove nei prati si possono trovare erbe officinali di assoluta qualità. L'utilizzo di erbe a scopo curativo fa parte da secoli del vivere quotidiano derivante dalla cultura cimbra,raccolte con sapienza coniugata con l'aspetto botanico dall'epoca di Don Zocca famoso prete erborista. Le erbe di Sprea crescono in ambienti intatti dove l'uomo è intervenuto con rispetto preservando le condizioni ideali per far si che la natura offra al meglio i suoi frutti.
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Nel territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi non ci sono "solo" montagna, torrenti, boschi, fiori ed animali, ma anche prodotti alimentari tipici oggi minacciati dall'industrializzazione e globalizzazione del settore agroalimentare. In particolare i prodotti agroalimentari costituiscono una sintesi perfetta del binomio uomonatura: nel Parco sono numerosi i cibi che vantano una lunga tradizione produttiva e che traducono in sapori unici le peculiarità ambientali di queste montagne.
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L'estremo nord del Piemonte, che si incunea lungamente nella Svizzera, è la patria di uno dei più celebri formaggi delle Alpi, il Bettelmatt, che fin dal XIII secolo veniva prodotto dalle popolazioni Walser che dal Vallese erano scese a colonizzare i versanti sud della catena alpina. La sua deno-minazione pare derivi da bettel-questua e da matt-pascolo, quindi pascolo della questua. Oltre che per beneficenza, era altresì usato come merce di scambio e in pagamento di canoni d'affitto e di concessioni di alpeggio. Secondo studi linguistici recenti, la lingua dei Walser, il titzschu, diversa dallo svizzero-tedesco, deriverebbe dalla parlata degli antichi Sassoni, popolazione nordica confinante con gli Scandinavi che migrò verso il centro-sud dell’Europa nell’VIII secolo, per passare infine, dopo varie tappe, dal Vallese svizzero alle attuali vallate italiane più a sud. Anche alcune loro tradizioni, i segni di casato, la stessa architettura confermerebbero questa interpretazione. Si tratta ad ogni modo di formidabili disboscatori e colonizzatori che hanno saputo insediarsi stabilmente in luoghi impervi e a quote elevate coltivando segale, orzo, lino, canapa, patate, il tutto all'insegna dell'adattamento all'ambiente, costruendo case di legno e mantenendo la propria identità culturale. Il titzschu è ancora usato a Formazza, Gressoney, Rimella e Issime (töitschu).
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Una serata e una giornata sul Monte Grappa, luogo ricco di storia, custode dell’immane sacrificio umano che la Prima Guerra Mondiale ha prodotto, ma anche territorio ricco di tradizioni legate a un mondo che si sta rapidamente trasformando. Nel nostro caso ci occuperemo delle malghe e dei loro prodotti tipici, avremo modo di visitarne alcune e seguire alcune fasi di lavorazione dei formaggi che qui vengono prodotti.
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"Le città crescono, le popolazioni rurali declinano e i paesaggi si trasformano. Se continua l'abbandono della terra coltivata, se l'agricoltura tradizionale e la vita di campagna continueranno ad essere abbandonate - le stime prevedono che entro il 2030 un'area grande come la Polonia sarà stata abbandonata - cosa diventeranno questi territori, ritenuti poco redditizi dall’economia contemporanea?" *
Ma in questo quadro di grandi cambiamenti, un po' "a sorpresa" compare un nuovo soggetto protagonista, il contadino per scelta, che si riavvicina alla terra con consapevolezza e competenza, disposto alla fatica al sacrificio che questo lavoro richiede.
* Realizzazioni e citazioni di Cristopher Thomson
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Siamo nella parte più meridionale della provincia di Bologna, al confine con la Toscana. Qui si estende il territorio del comune di Granaglione, luogo dalle molteplici valenze naturali, paesaggistiche e culturali dove il castagno ha accompagnato il vivere degli uomini e rappresenta tutt'oggi una delle più importanti tradizioni di questa montagna. Da anni infatti è in atto un progetto di rivalutazione della risorsa offerta dal castagno con azioni di recupero e valorizzazione di tale coltura: grazie al lavoro della Società Appennino Risorse e della Cooperativa Campeggio Monghidoro, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale ed il Consorzio Castanicoltori di Granaglione, è nato l'Itinerario Turistico-Didattico del Castagno che racconta e mostra la storia e la lavorazione di questo frutto.
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