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L'acqua nei rilievi carsici prealpini è un bene prezioso. In questi luoghi l'’uomo, per la sua sopravvivenza e sostentamento, si è prodigato a realizzare opere ingegnose per disporre di risorse idriche che gli consentissero l'allevamento e la coltivazione. Attraverso la captazione di sorgenti e la raccolta dellacqua piovana, immagazzinata in pozze aperte o in serbatoi, l'uomo per generazioni e generazioni è riuscito a insediarsi stabilmente in aree non del tutto ospitali. Le necessità erano le stesse in tutto l'arco alpino ma le soluzioni adottate spesso furono uniche e specifiche. Nel caso del Canale del Brenta la particolarità è dovuta alla coltivazione del tabacco che si è protratta fino agli anni 80 dello scorso secolo e che ha determinato un paesaggio particolare fatto di masiere (terrazzamenti) e dei loro innumerevoli segni d'acqua: pozzi-cisterna e vallegoni, condotte lastricate in pietra calcarea che con il bel tempo servivano anche da vie di comunicazione
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I Palù - L'area paludosa in questione è quella compresa nel triangolo formato dai comuni di Farra di Soligo, Vidor, Moriago e Sernaglia della Battaglia con una superficie complessiva di mille ettari.
Quest'area di natura argillosa è altimetricamente più bassa rispetto le zone circostanti perciò la zona è diventata un'area di raccolta e ristagno delle acque ed è attraversata dai torrenti Rosper, Raboso e la Dolza. Tutte le acque di questa zona concorrono ad alimentare due falde freatiche sotterranee, che a loro volta alimentano a sud la zona delle Fontane Bianche di Fontigo. L'area dei Palù era già frequentata nell'età del Bronzo, le prime tracce di intervento agronomico e idraulico sono d'epoca romana.
L'attuale sistemazione di bonifica è risalente al medioevo per merito dei monaci della vicina Abbazia di Vidor ai quali va dato il merito di un assetto territoriale equilibrato e redditizio. Il sistema agrario dei Palù, un sistema ordinato di campi delimitati da fossi, era molto complesso ed elaborato e in passato assicurava tre tipi di produzione: foraggio nei prati, legname dalle piante (farnie, ontani, pioppi e salici) nella zona perimetrale dei prati e pesci, gamberi, anguille nei corsi d'acqua. I sistema idraulico costituito da sbarramenti con scolmatori, aveva la funzione di irrigare i campi, mantenere i livelli ed evitare l’inondazione dei campi irrigati deviando le acque in eccesso.
Le Fontane Bianche - L'area delle Fontane Bianche di Sernaglia, è un'affascinante area golenale del fiume Piave tra i paesi di Fontigo e Falzè di Piave, la sua estensione è pari a 100 ettari. La zona è quasi tutta ricoperta da una densa vegetazione, e percorsa da una fitta ragnatela di corsi d'acqua, alimentati dalle numerosa sorgenti che qui affiorano.
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Escursione di archeologia industriale (la via dell'acqua) organizzata in collaborazione con il "Laboratorio didattico ambientale".
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ANELLO DI INTERESSE NATURALISTICO-PAESAGGISTICO Accompagnati dalla guida alpina Charlie Tessari
Il Piave: fiume sacro alla patria. E per l'ambiente, noi aggiungiamo.
Dal Monte Peralba, dove nasce, da piccolo ruscello si trasforma in torrente, con cascate lungo una forra profonda 50m., e poi via via scorre veloce verso la pianura.
Fonte di ricchezza in passato, quando il legname veniva trasportato verso la Serenissima per la costruzione di palazzi, proprio lungo il suo percorso oggi è minacciato dall'inquinamento e da ogni tipo di abusi che hanno reso fragile il suo ecosistema.
Vi porteremo quindi a conoscere un itinerario naturalistico proprio lungo le sorgenti del fiume nel suo naturale percorso, accompagnati da un guida del luogo per conoscere e capire questo immenso patrimonio spesso trascurato.
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Il Delta del Po è un'area di straordinario interesse naturalistico, storico e geologico. Sette rami del fiume, aprendosi a ventaglio, formano il "Delta attivo", ricco di ambienti diversi che ospitano ciascuno una propria flora e una propria fauna e che cambiano e si modificano di stagione in stagione.
L'itinerario proposto permette di scoprire il lembo estremo del delta, compreso tra il Po delle Tolle, il Po di Pila e il Po della Gnocca, in particolare la Sacca di Scardovari, l'isola di Polesine Camerini e le lagune di Busa del Canarin e Busa Bastimento. Queste zone al confine tra terra e mare presentano vaste distese di canneti con prestigiose presenze di specie ornitiche rare ed eleganti, segni di un territorio in rapida mutazione, scanni, barene, ghebi e bonelli, figli di quell'epico costante scontro-incontro tra fiume e mare.
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