Sulle cime della valle di Agordo, nella notte della Epifania si accendono "i pavaroi", una tradizione che si perde nella memoria di un secolo, che vuole significare la luce sulle strada dei Re Magi in cammino per portare i loro doni. Andremo anche noi con le fiaccole a portare luce lontano dalle luminarie delle nostre città.
Anche nella nostra pianura nella notte che precede l'Epifania si accendono falò che sono chiamati in vari modi: pan e vin, piroea paroea, paviner, fuochi di origine pagana, per avere pronostici più o meno graditi, per saperne di più, è disponibile, al CAI di Dolo, il libro di Antonella Pomponio: Il Panevin.
A Telfs,un paese nel Tirolo austriaco, nei pressi di Innsbruck, ogni cinque anni, si celebra una tra le feste di Carnevale più belle del Tirolo : LO SCHLEICHENLAUFEN. E' una festa molto antica, scandita da un rituale molto preciso e animata da personaggi straordinari: gli Schleicher, con sofisticate maschere di ferro e cappelli a guisa di corone di fiori, l'uomo con la lanterna, il Borgomastro, gli uomini selvatici, l'orso, le quattro stagioni.
Le feste d'inverno nell'Arco Alpino sono complessi rituali celebrati con grande serietà; sono occasioni per manifestare la riconoscenza verso le forze buone della Natura e un tentativo di conciliarsi con le forze che fanno paura. Le mascherate, scandite dal calendario lunare, esprimono credenze ancora ben vive in alcune Regioni delle Alpi.
In area tedesca, da San Martino (10 Novembre) al Martedì grasso, tutte le feste sono celebrate da personaggi travestiti e spesso anche mascherati. Sono i riti di una religione politeista diffusa nelle Alpi e in buona parte dell’Europa che ha ben poco a che vedere con i nostri carnevali urbani e convive con la religione cristiana dominante.
Sul modello delle manifestazioni carnevalesche del Medioevo, le mascherate –Fastnach– sono organizzate dalle congregazioni ancora molto attive nei paesi di lingua tedesca, società chiuse, di difficile accesso, composte da notabili, artigiani, commercianti (pochi i contadini, nonostante i legami con gli antichi riti agrari).
Queste persone si occupano dei rituali con molta cura e convinzione, interpretando la buona riuscita delle manifestazioni come un viatico di salute e prosperità per tutti i partecipanti. Spesso per la loro complessità, le feste si svolgono solo ogni cinque anni, come per esempio a Imst, Nasseireith e Telfs, nel Tirolo austriaco, dove ha luogo la festa dello Schleichenlaufen.
Gli abitanti di Telfs, un borgo nei pressi di Innsbruck, celebrano la loro mascherata in tre tempi: il primo, all’Epifania, segna l’uscita delle maschere, il secondo, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, in un giorno molto vicino alla Candelora – quest’anno, dopo cinque anni, il 30 gennaio - segna l’uscita delle maschere con un ricco corteo e una sontuosa mascherata nunziale; il terzo, nella sera di Martedì grasso, con la sepoltura di Naz, che è la personificazione del carnevale.
La festa dello Schleichenlaufen, alla quale partecipano rigorosamente solo uomini, comincia di buona mattino, nell’alto del villaggio, con alcuni uomini riuniti in preghiera del sole. Il sole viene trasportato in cima a una pertica da un uomo vestito con abiti civili e accompagnato da un panettiere, uno spazzacamino, un albergatore, un fabbro e un borgomastro. Quest’ultimo interromperà la musica per sei volte in sei posti diversi, appoggiando un ginocchio a terra e implorando il sole di assicurare un’annata feconda. Quando il gruppo giunge dall’altra parte del villaggio si è fatto giorno e allora si va a svegliare l’Orso nella sua tana e a cercare l’Uomo selvatico al margine della foresta. A mezzogiorno i messaggeri a cavallo proclamano l’inizio del Carnevale, preceduti dal Corteo delle Quattro Stagioni e dei dodici mesi. L’orda minacciosa degli Uomini Selvatici ricoperti di licheni dalla testa ai piedi e armati di terribili randelli sbarra la strada. Allora arriva il Laternenträger (portatore di lanterna) con il suo abito multicolore e il suo cappello appuntito, arriva e danza, ruotando la lanterna con larghi cerchi. Infine seguono gli Schleicher, vestiti di seta e di velluto, con enormi campane legate in vita, sofisticate maschere di maglie di fil di ferro (uniche in Tirolo) e copricapi a guisa di corone in fiore, che posso arrivare fino ad un metro di altezza.
Si tratta di una festa molto antica, sulle cui origini molto si discute. La si trova per la prima volta citata in un atto del Tribunale del 1612; dal 1890 ha luogo ogni cinque anni.
La Grande Rogazione si svolge 40 giorni dopo l’Ascensione: un lungo cammino che tocca i limiti confinari del comune di Asiago.
Si tratta di una processione religiosa le cui origini pagane parlano di rito propiziatorio per la fecondità dei campi e di una chiara demarcazione dei limiti confinari del territorio.
Durante la processione si prega, si chiacchera con vecchi amici che non si vedono da tempo (si ritorna da posti lontani per essere presenti), sempre accompagnati dai canti che i cori femminile e maschile intonano per tutto il cammino.
Il lungo percorso viene interrotto con delle soste in luoghi significativi: LAZZARETTO per la celebrazione della Santa Messa e per il dono delle uova colorate; CAMPOROVERE per la sosta pranzo; GRANZICHENECCHE (monte Katz il luogo più elevato raggiunto dal Giro) per riprendersi dalla fatica della salita.
Alla sera il Giro si conclude ritornando al luogo da dove si era partiti, agghindati da coroncine di teneri rami di larice, stanchi ma felici, salutati da quei canti che ci hanno accompagnato per tutto il cammino e pervasi da una suggestione che difficilmente dimenticheremo.
I "Trombini" o "S-Ciopi" o "Pistoni" sono una sorta di arma derivata da quelle da guerra del seicento/settecento che venivano usate per lo più per incutere terrore, per abbattere ostacoli o farsi largo tra la folla.
In passato in ogni borgata della Lessinia squadre di TROMBONIERI allietavano con le loro scariche a salve le manifestazioni dei loro paesi.
Oggi a San Bortolo delle Montagne una nutrita schiera di TROMBONIERI perpetua le antiche usanze dei loro avi partecipando alle feste popolari del loro paese.
I TROMBONIERI, si vestono d’un costume d’epoca coloratissimo, con la gamba sinistra avvolta nello "s-ciavin" ( un pezzo di sacco che protegge la gamba dallo sparo) e con la stella celtica, per ricordare le origini del popolo che diede i natali a questa arma.
Si schierano nel corso della sfilata a semicerchio e caricano con un preciso rituale le pesanti armi appoggiate a terra.
Un suono di corna dà avviso dell’imminenza dello sparo; l’arma viene sollevata sulla spalla sinistra, con la canna rivolta al terreno e all’ordine del comandante si spara.
La forza dell’esplosione è fortissima anche perché le armi pesano mediamente dai venti ai quaranta kg. il corpo assorbe il rinculo e i TROMBONIERI, per non cadere piroettano in una specie di danza, avvolti dal rumore e dal fumo
IN VALLE D'AOSTA, NEL VALLONE DI VERTOSAN, PER ASSISTERE AD UN CONFRONTO TRA "PRIME DONNE"
Due mucche si avvicinano, si affiancano. Si guardano, ma non direttamente negli occhi. Una delle due comincia a grattare con forza il suolo con i suoi possenti zoccoli, sollevando grosse zolle. L’altra la imita, mugghiando minacciosa. Quando il rituale di intimidazione è finito, le due bovine si attaccano, ed è lo choc. Un colpo fortissimo, e poi è tutto un lavorio veloce di corna per tramortire l’avversaria, per farla allontanare. Ad un certo punto la più debole o la più stanca si sgancerà da questa lotta serrata testa contro testa, e si girerà di scatto, per fuggire. L’altra la insegue, se vuole mortificare ulteriormente la sconfitta, oppure se ne sta ferma, a testa alta; sa di aver vinto e si gode questo momento di trionfo, respirando affannosamente. Queste sono le regine della Valle d’Aosta, questo è quello che fanno da secoli: l’istinto bellicoso insito in alcune razze alpine (la valdostana pezzata nera e castana e la Hérens del Vallese) dà vita a spettacolari combattimenti per stabilire la gerarchia all’interno della mandria.
Ogni due anni, a fine Agosto, la comunità del Carso si ritrova per fare festa in occasione del "Matrimonio Carsico - Kraška Ohcet".
Dal 1968, su iniziativa della Cooperativa "Carso Nostro - Naš Kras" rivivono i momenti più significativi dei matrimoni come erano celebrati un tempo sull'altopiano carsico. La festa inizia il Giovedì. A Rupingrande lo sposo festeggia l'addio al celibato e a Zolla la sposa l'addio al nubilato; Venerdì sera il futuro sposo canta la serenata alla sua bella e Sabato i balarji trasportano, con un carro trainato da due buoi, la bala (dote) a Zolla, nella casa simbolica della sposa. Domenica mattina il matrimonio.
Tutti, sposi (veri), parenti, invitati e popolazione, si vestono in costume.
Programma: partecipazione alla festa di domenica che inizia a Zolla alle ore 9, con il corteo si raggiunge la chiesa nella Rocca di Monrupino, matrimonio, discesa a Rupingrande per l'insediamento simbolico della/e nuova/e coppie nella Casa Carsica.
Pranzo itinerante nelle 11 osmizze (osmice), aperte dalle 10 a mezzanotte per soddisfare l'appetito e i gusti di tutti con una notevole varietà di saporitissimi cibi tipici.
Fra le usanze religiose la principale è il Pellegrinaggio che tutti gli anni i sappadini compiono in Austria, a piedi, fino al Santuario di Santa Maria nel paese di Luggau.
Il Pellegrinaggio iniziò nel 1804 come voto per supplicare l'aiuto della Vergine contro la pestilenza che aveva colpito il bestiame.
Ancora oggi l'evento rappresenta un atto di devozione, ma offre anche l'opportunità agli abitanti e agli ospiti di abbinare alla preghiera una fantastica escursione attraverso il sentiero che, in circa 9 ore di cammino, conduce in Austria. Durante il tragitto la preghiera è l'elemento che valorizza e rende particolare questo avvenimento religioso.
La processione parte all'alba del sabato (ore 3.30) da Cima Sappada, raggiunge le Sorgenti del Piave e il Rifugio P.F.Calvi. Da quì procede verso il rifugio austriaco Hochweissteinhaus e poi verso il Santua­rio, dove si giunge verso le 13.30. La S.Messa al Santuario si svolge la domenica alle 8.00, e subito dopo si riparte alla volta di Sappada, dove si arriva intorno alle 19.00.
Solitamente la processione si ricompone a Cima Sappada, per poi raggiungere tutti insieme la Chiesa di Santa Margherita. Quì si celebra la S.Messa di ringraziamento.
Si tratta indubbiamente di un appuntamento prettamente culturale ma decisamente interessante considerando che è la prima volta che si tiene. Interessanti sono le voci ed esperienze proposte che arrivano da tutto l'arco alpino.
Il momento concreto di transumanza c'è solo sabato a mezzogiorno a Gallio, dove transiteranno le mandrie, ci saremo ad accoglierle, che scendono dai pascoli.
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